Davide Lacagnina è il Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università degli Studi di Siena, dove insegna Storia dell'arte contemporanea e Storia della critica d'arte contemporanea. Advisor to the American Academy in Rome (2023- ) e Wallace Fellow presso I Tatti | The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, con il progetto di ricerca "Surrealist Renaissance: Old Masters, Art Histories, Other Modernities" (2022). Nel 2019 è stato Visiting Professor presso la Pontificia Universidad Javeriana di Bogotá (Colombia) e nel 2024 presso l'Universidade de São Paulo (Brasile).
Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'arte presso l'Università degli Studi di Palermo e si è specializzato in Storia dell'arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Siena. Ha frequentato i corsi di perfezionamento in museologia e gestione del patrimonio culturale della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Ecole du Louvre e ha svolto attività di ricerca presso l'Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, l'Institut National d'Histoire de l'Art di Parigi, il Warburg Institute di Londra, il Mart di Rovereto e il Nationalmuseum di Stoccolma. Ha coordinato l'unità locale del progetto di riceca FIRB 2012 "Diffondere la cultura visita: l'arte contemporanea tra riviste, archivi e illustrazioni" (2013-2017) (http://www.capti.it/).
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Fra i suoi interessi di ricerca predominano approfondimenti sul simbolismo (e in particolare sulla pittura di Gustave Moreau), sul futurismo, sul surrealismo, sulla pittura e la scultura in Italia fra le due guerre, sulla critica d’arte militante (Vittorio Pica, Juan-Eduardo Cirlot, Giulio Carlo Argan), sulla storiografia artistica, sulla ricezione degli antichi maestri nell'Otto e nel Novecento e sul collezionismo d’arte moderna, con particolare riferimento alla storia delle esposizioni e delle istituzioni culturali e al ruolo della diplomazia culturale nelle relazioni internazionali. Più di recente si è dedicato al tema del patrimonio difficile e alla memoria del fascismo in Italia, occupandosi della risemantizzazione in età repubblicana di due edifici romani controversi come il Palazzo della Farnesina (progettato come sede della Casa Littoria e Mostra permanente della rivoluzione fascista) e del Palazzo della FAO (progettato come sede del Ministero dell'Africa italiana).
